Racconto Nove

Una lettura ipertestuale del racconto numero Nove

Il sottotitolo del racconto potrebbe essere Il diavoletto di Maxwell, spiegato da Wikipedia in questi termini:

“Il diavoletto di Maxwell è un esperimento mentale ideato da James Clerk Maxwell circa la possibilità teorica di un congegno capace di agire a scala microscopica su singole particelle allo scopo di produrre una violazione macroscopica del secondo principio della termodinamica. In questo modo potrebbe produrre una variazione di temperatura tra due corpi senza alcuna spesa di energia.”

I richiami ipertestuali gialli sono letterari, quelli rossi scientifici.

Link arancioneCome certamente saprete, l’inferno è il regno dei diavoli. Al vertice ci sono quattro grandi signori: Lucifero, il primo degli angeli caduti per aver disubbidito ed essersi ribellati a Dio, primus inter pares, ma sostanzialmente comanda lui, poi Belzebù, Astaroth e Azazel. A loro riportano direttamente sei capi: Agaliarept, Asmodeus, Fleruty, Lucifuge Rofogale, Sargatanas e Satanachia. Seguono settantadue diavoli principali, comandanti di legioni di diavoli, con vari livelli di responsabilità, a seconda se re, duchi, marchesi, conti e presidenti. Non posso certo elencarli tutti, quindi ve ne ricorderò solo alcuni: Bael, un re, comanda sessantasei legioni; Agares, un duca, comanda trentuno legioni; Amores, un marchese, comanda quaranta legioni; Zepar, un duca, comanda ventotto legioni; Asmoday, un re, comanda settantadue legioni; Furfurael, un conte, comanda ventisei legioni; chiuderei con Aim, un presidente, comanda trentasei legioni. Io sono solo un diavolo di quinta o sesta categoria, assistente di un legionario, un diavoletto, ma non mi lamento, sono giovane. La gerarchia è gerarchia, soprattutto qui all’inferno. Non tutti entrano dall’ingresso principale, dal portone centrale, la maggior parte entra dagli ingressi secondari, ma non è questione di raccomandazioni, piuttosto di credenziali, dipende dal curriculum. Si può fare anche una certa carriera, dipende molto dalle circostanze, forse anche dalla fortuna, dagli incarichi assegnati e ovviamente dai risultati.

Link arancioneLa maggior parte dei diavoli aspira ad occuparsi delle anime dei dannati che arrivano a frotte qui all’inferno, per infliggere loro le meritate punizioni, maltrattarli, torturarli, deriderli e farli sentire a casa loro. Ed è bene che siano tanti, perché non bastano mai, i dannati arrivano in continuazione e sono una marea sterminata. Non è un lavoro che mi piace, non sono fatto per queste cose, poi odio il sangue, non farei del male a una mosca. Ci sono poi quelli che prediligono occuparsi degli esseri umani, per tentarli, indurli al peccato e alla perdizione, alimentare il flusso dei dannati. Sono abilissimi. Una volta ho letto una descrizione che ne ha fatto un sant’uomo, un certo Isidoro di Siviglia: “Essi agitano i sensi, sconvolgono i sentimenti, turbano la vita, inquietano il sonno, causano malattie, intimoriscono le menti, tormentano le membra, dirigono le sorti, simulano oracoli con inganni, suscitano la passione d’amore, infondono l’ardore sensuale, si nascondono in immagini sacre; invocati si fanno presenti, si manifestano in forme verosimiglianti, assumono sembianze diverse, talvolta si trasformano in forme angeliche.”. Da morir dal ridere. Io rientro in questa categoria, ma mi piace occupami di questioni più sottili, istigare una insaziabile sete di conoscenza del creato, delle cose umane e delle cose divine, ispirare il desiderio di onnipotenza, insinuare il dubbio, sconvolgere le certezze, sollecitare le menti, tormentare la ragione, far perdere il sonno e la testa. Sono anche molto bravo. Qualcuno deve aver intuito subito queste mie inclinazioni e qualità, perché fin dall’inizio ho cominciato a lavorare in questo campo.

Link rossoUno dei miei primi incarichi, per esempio, è stato quello di insinuare nella mente di alcuni essere umani l’idea di un dispositivo costituito da una pallina, a volte anche da una sagoma diversa come animaletti e persino un esserino a forma di diavoletto, inserita in una bottiglia o un barattolo trasparente, tipo vetro o plastica, riempito d’acqua fin quasi all’orlo, lasciando comunque un vuoto d’aria, chiusa con un coperchio flessibile come una membrana. Premendo e rilasciando la membrana, la pallina galleggia oppure va a fondo o resta a varie altezze nell’acqua a seconda della pressione esercitata. Il trucco sta nel fare un piccolo foro nella pallina in maniera che l’aria che contiene possa variare di volume al variare della pressione, quindi influire sulla densità della pallina. Che spasso! Ci si sono scervellati in tanti.

Link arancioneAdesso ho un incarico ancora più divertente e delicato, più sottile. Devo premettere che, contrariamente a quello che si possa credere, quello che gli esseri umani normalmente credono, non è che qui all’inferno siamo ignoranti, stupidi e senza cervello. Anzi, ci sono fior di cervelli, tra i quali senza falsa modestia ritengo di potermi annoverare anch’io, sia per innata intelligenza che per acquisita sapienza, avendo noi liberamente a disposizione tutte le menti degli esseri umani e tutti i libri che sono stati scritti al mondo, accessibili istantaneamente e senza sforzo alcuno. Naturalmente, non tutti fra noi sono interessati a sfruttare tale immensa conoscenza, dipende dalla predisposizione, dal carattere, dagli interessi e, come ho detto, molti amano occuparsi di cose più operative. Ma quelli che scelgono di accostarsi completamente al sapere, cosa che comunque non li pone in alcun modo in posizione di particolare privilegio rispetto agli altri, perché qui all’inferno siamo tutti uguali rispetto all’obiettivo primario che è e sempre sarà indurre al peccato gli uomini e condurli alla dannazione e alla punizione eterna, sono talmente preparati da non temere confronti, schermaglie dialettiche e diatribe dottorali né con i migliori dottori della Chiesa, teologi di professione e santi operanti, né con i più sapienti tra gli uomini di cultura, scientifica o umanistica che sia.

Link arancioneQuindi, quelli che come me si dedicano alle ambizioni e ai tormenti della ragione umana e all’apologia del dubbio, sulla scia di Mefistofele e di Woland, lo fanno con piena padronanza del campo nel quale operano, delle crepe, delle fenditure, dei canali attraverso i quali insinuarsi, per andare al cuore delle passioni e delle questioni sulle quali far leva per riuscire nel loro intento.

Link rossoIl mio incarico presuppone una maestria particolare nelle tematiche alle quali gli esseri umani hanno assegnato nomi fantasiosi come teoria cinetica, meccanica statistica e termodinamica, oltre a innumerevoli altre varianti ed estensioni terminologiche. Io ritengo del tutto irrilevante etichettare rami del sapere, convinto come sono che il sapere sia uno, atomico, inscindibile, d’altra parte la possibilità di averlo tutto chiaro e limpido dinanzi ai miei occhi non contempla la necessità di parzializzarlo per poterlo dominare meglio, come invece gli uomini sono costretti a fare per ovviare almeno in parte ai loro limiti. Alla fine, gli unici veri enciclopedisti siamo proprio noi diavoli, per quanto strano possa sembrare. Mi sto ponendo il problema di come poter al meglio parlarvi del mio compito senza da una parte entrare in dettagli che potrebbero forse annoiarvi o cogliervi impreparati, dall’altra consentirvi di percepire appieno le sue sottigliezze, la sua importanza e i suoi obiettivi. Non è certo mia intenzione fare della divulgazione spicciola, non perché non ne sia capace sia chiaro, ma perché non è una cosa che mi interessi particolarmente né il fine di questa mia chiacchierata. Tuttavia, è pur necessario che io spieghi bene il contesto nel quale opero.

Comincerei col sincerarmi di una cosa semplicissima, della vostra comprensione o meno della distinzione tra il freddo e il caldo, questione probabilmente ritenuta banale e ovvia da una minoranza, ma sicuramente non del tutto chiara alla maggioranza, com’è naturale quando si ha a che fare con gli esseri umani, la cui imprevedibilità ed ignoranza è tra noi ampiamente nota e proverbiale, fonte di compassione, ironia, sberleffi e barzellette.

Link rossoContrariamente a noi, esseri superiori, la percettibilità degli umani attraverso i sensi è talmente grossolana che hanno dovuto ricorrere a strumenti quali i termometri, idea che devo riconoscere non malvagia, per ricavare informazioni oggettive e misurazioni relativamente precise sul freddo e sul caldo, individuando nel concetto di temperatura e nella sua misura sulla base delle variazioni al mutare di alcune proprietà fisiche dei corpi, il parametro utile allo scopo. Alcuni si sono sbizzarriti a inventare termometri tra i più diversi e bizzarri, per gli scopi e gli ambienti più strani. Bisogna riconoscere che in quanto a inventiva ci sanno fare. Ignoranti in generale, ma ingegnosi e abili in certe circostanze, mi verrebbe da dire diabolici, se non suonasse quasi come una battuta di gusto non eccelso e una contaminazione che, lo confesso, mi crea un certo ribrezzo. Razza di inventori gli esseri umani, inventori, navigatori e poeti, è stato detto per taluni di loro. Ma nella confusione delle loro menti, nella disorganizzazione del loro operare, nel loro misero tentativo di rivaleggiare, nei macchinosi rapporti delle loro relazioni, nei loro modi primitivi di comunicare e nella imperfezione della loro nozione di tempo che, anziché dispiegarsi in orizzontale, in termini di accanto, di lato, avanti e dietro, come il nostro tempo infernale, piatto e sempiterno, si dispiega in verticale, in termini di passato, presente e futuro, di prima e dopo, implicando che le stesse cose si rifanno in tempi diversi, da persone diverse, con metodi diversi e concezioni diverse, in tutta questa pluralità di complicazioni si sono dati per la temperatura unità di misura diverse, i cui nomi riecheggiano tra le risate nelle nostre riunioni conviviali: gradi Celsius, Réaumur, Fahrenheit, Kelvin, Rankine, Newton, Delisle e Rømer. Incredibile! Allora, caldo equivale a temperature più alte, freddo equivale a temperature più basse.

Premesso questo, immagino che sia esperienza comune nell’ambito delle vostre misere vite di essere umani, uso il termine misere in una accezione non dispregiativa, così comune dalle mie parti, ma con un significato più vicino a sfortunate e degne di compassione, più consono al mio carattere, il constatare che il calore passi da un corpo caldo ad un corpo freddo e non viceversa, passi dal fuoco che accendete d’inverno ai vostri corpi tremolanti, dal sole che brilla alla natura che vi circonda e alle vostre membra, mentre non sia mai accaduto vedere il ghiaccio riscaldare le bevande e l’acqua dei mari far fondere il ferro. Parlo del calore come se per tutti gli esseri umani sia una cosa ovvia! Noi viviamo nel calore, per noi il calore è vita e strumento di pena, è il calore di un fuoco che brucia senza distruggere, infinitamente più terribile di qualsiasi altra esperienza, così accogliente e piacevole per noi. Sappiamo tutto sul calore. So benissimo che per gli umani non è così, quindi è opportuno che ci spenda sopra due parole. Intanto, sgombriamo subito il campo da equivoci.

Link rossoIl calore non è un fluido magico, un calorico, che sta dentro i corpi e che più ce n’è più un corpo è caldo, ha cioè temperatura maggiore, per poi passare dai corpi che ne sono più ricchi ai corpi che ne hanno di meno, come un serpente guizzante. È una forma di energia, entità che deriva da ergon, che sta per opera e azione, ad indicare la capacità di azione, di lavorare, che hanno i corpi e i sistemi grazie al loro stato di moto, alla posizione, all’agitazione delle particelle che li costituiscono, ai loro legami chimici o nucleari e ad altre proprietà ancora. Ed è noto ai più che l’energia né si crea né si distrugge, ma si conserva, trasformandosi da una forma in un’altra, addirittura si può trasformare in massa e la massa a sua volta in energia. Qui da noi all’inferno queste cose sono del tutto prive di senso, essendo noi e l’inferno un altro luogo, un non-luogo, un’altra dimensione, dove spirito, pensiero, potenza, atto, eternità ed energia sono un tutt’uno, ma gli esseri umani e il loro mondo ci hanno ragionato a lungo e ci ragionano ancora, avendo scritto infiniti libri su questi argomenti, purtroppo ignorati dai più, purtroppo per loro ovviamente. Ma è una forma di energia non posseduta dai corpi come proprietà intrinseca, bensì una energia in transito, che si manifesta e si trasmette tra i corpi a causa di una differenza di temperatura tra di essi, una energia di seconda specie.

Link rossoDunque, dicevo che da un corpo caldo ad un corpo freddo si trasferisce energia sotto forma di calore, invece non si è mai visto nel mondo degli umani che il calore si trasmetta da un corpo freddo a uno caldo. Nessuno ha mai osservato una cosa del genere, non ce n’è traccia né di testimonianza orale né tra i libri scritti. Una trasformazione che può in maniera naturale avvenire in una sola direzione è chiamata irreversibile, cioè non reversibile, non può avvenire in direzione inversa. Il trasferimento di calore da un corpo caldo ad un corpo freddo è irreversibile. La domanda sorge spontanea: è proprio irreversibile? Gli umani sono sempre stati esseri combattuti sostanzialmente tra la presa d’atto di certi fatti, consolidando i quali si possa andare oltre, e la perseveranza nel cercare una qualche spiegazione plausibile ad un livello più interno, più elementare e primario. Quindi ad un certo punto alcuni dissero: va bene, prendiamo atto di questo comportamento naturale e sperimentale ed eleviamolo a principio, con enfasi chiamato secondo principio della termodinamica. Termodinamica è chiaramente, cioè in senso strettamente etimologico, il nome che gli esseri umani hanno dato alla scienza che studia il movimento del calore, nelle sue trasformazioni energetiche, nella sua capacità di trasformarsi in lavoro, mentre il fatto che sia il secondo è una questione puramente ordinale, essendo già stato indicato come primo principio la circostanza, che ho già richiamato, della conservazione dell’energia. Principio è una bella parola! Ho sempre ammirato la capacità dialettica e la creatività degli esseri umani. Avrebbero potuto definirlo affermazione, legge, idea, nozione, verità o anche teorema, sorvolando sulla possibilità o meno di dimostralo rigorosamente, in fondo la fisica non è matematica, ma principio è più forte, è sinonimo di fondamento, costrutto base, cardine dal quale partire per costruire altro, una casa, un palazzo, una catena di ragionamenti e di conclusioni che porti lontano. Ambiziosi gli esseri umani, anche a rischio che se il cardine vacilla tutto l’edificio crolli su ste stesso. Fu un certo Clausius che si espresse più chiaramente: è impossibile che il calore si trasferisca spontaneamente da un corpo freddo ad un corpo caldo. Furbo questo Clausius! Ci mise l’avverbio spontaneamente, cioè di sua iniziativa, senza sforzo. Salvaguardando in questo modo la possibilità di realizzare un passaggio di calore da un corpo freddo ad un corpo caldo non spontaneamente, impiegando allo scopo uno sforzo energetico, un lavoro, un consumo di energia dall’esterno. E legittimando in tal modo l’invenzione del frigorifero, che com’è noto funziona con un motore, che all’inizio fu a scoppio, poi elettrico. Non finiranno mai di stupirmi gli esseri umani! Hanno paura del caldo e si inventano i condizionatori, del freddo e si inventano le stufe e i termosifoni, di restare senza mangiare e si inventano il frigorifero per conservare i cibi! Non trovano pace. Il già citato Kelvin formulò un altro enunciato del secondo principio della termodinamica: è impossibile che il calore in uscita da un corpo caldo si trasformi tutto in lavoro utile, ma una parte del calore deve necessariamente essere trasferita ad un corpo freddo. Ovviamente, anche questa affermazione è esclusivamente di natura sperimentale, frutto di esperienze comunemente effettuabili, elevata a principio. I due enunciati sono assolutamente equivalenti, intercambiabili, conseguenza uno dell’altro, e non potrebbe essere altrimenti visto che sono entrambi diretta espressione del comportamento naturale del mondo, di come vanno le cose, della irreversibilità di tutti i processi naturali. Il furbo Clausius ideò anche una misura di questa irreversibilità, introducendo una grandezza che chiamò entropia, tale che in una qualunque trasformazione irreversibile l’entropia del sistema che subisce la trasformazione sommata a quella dell’ambiente esterno al sistema aumenti sempre. Ancora una volta vorrei farvi osservare l’abilità di Clausius, quasi diabolica, perché così impostata la questione non si esclude a priori che per un evento eccezionale, mai osservato in natura d’accordo, l’entropia di un sistema possa diminuire, ma se pure dovesse accadere allora deve aumentare ed in misura maggiore quella dell’ambiente esterno al sistema.  E questo portò ad un altro enunciato del secondo principio della termodinamica: l’entropia dell’universo, somma dell’entropia della trasformazione irreversibile che subisce un sistema naturale e del resto dell’universo, aumenta sempre. In questa ottica, il secondo principio della termodinamica assegna una direzione ai processi naturali, che è stata chiamata (bislacchi gli esseri umani!) freccia del tempo, cioè si può dire che il tempo scorre nella direzione secondo la quale aumenta l’entropia. Naturalmente nel mondo umano. Qui da noi tutto è possibile. Tutto allo stesso tempo possibile e impossibile, non-possibile e non-impossibile. Il tempo non ha una freccia. Il nostro mondo è unico e magnifico nella sua umana incomprensibilità e incommensurabilità.

Link rossoDicevo che gli esseri umani sono però anche alla ricerca di spiegazioni più intime e profonde delle cose, esseri testardi che hanno anche il sogno delle motivazioni ultime, primarie. E quindi ecco che alcuni si misero a pensare in termini che possono essere chiamati microscopici. L’idea che ebbero fu quella di considerare tutti i corpi, dai più complessi ai più semplici, come i gas e i vapori, composti da un numero enorme di particelle piccolissime in perenne movimento disordinato, confuso e casuale. Già secoli prima, nella scala umana naturalmente, si era fatta avanti l’idea che il mondo fosse essenzialmente costituito da vuoto e particelle piccolissime di materia non ulteriormente divisibili, chiamate perciò atomi. E tra gli umani le idee sono dure a morire, magari cadono in disuso, finiscono in ombra, passano di moda, ma poi ritornano, riprendono vigore e da paradigmi superati ridivengono il paradigma corrente, le idee dominanti. Allora, queste particelle piccolissime fu facile pensarle come atomi, aggregate eventualmente in molecole, secondo quello che la chimica dopo alcuni secoli aveva maturato. Devo chiedervi, mio malgrado, di ammirare l’ardire di questa idea, dato che comunque all’epoca nessuno aveva ancora non dico visto, ma neppure provato l’esistenza di questi famosi atomi. E alla fin fine l’ipotesi macroscopica, quella di considerare i corpi nella loro interezza e di basarsi esclusivamente su parametri macroscopici dei corpi come temperatura, volume e pressione, insieme ai principi della termodinamica così come definiti, funzionava egregiamente. Ma perché questa idea poteva risultare utile? In fondo era come moltiplicare le difficoltà, passando da uno o pochi corpi ad un numero di miliardi e miliardi di piccolissime particelle. La risposta che posso dare io, che mi sento di dare io, è sempre quella: la stranezza degli esseri umani, la loro eccentricità, la loro diversità. Ma evidentemente avevano qualche asso nella manica, almeno due: che prima c’era stato un certo Newton, che aveva ben spiegato come e perché si muovono i corpi, e che erano ormai note delle tecniche statistiche basate sul calcolo delle probabilità (quello del gioco dei dadi, per intendersi) per esprimere leggi relative al comportamento di numeri enormi di dati o di oggetti. Chiaramente, per poter procedere concretamente occorrevano alcune semplificazioni, che furono quelle di considerare intanto solo i corpi gassosi, le particelle piccolissime come sfere prive di volume proprio, gli urti tra di loro e con le pareti del recipiente contenente il gas tali da non generare perdite di energia. Semplificazioni ragionevoli, perché tanti gas reali ad alta temperatura e bassa pressione si comportano più o meno così e perché dopotutto i corpi liquidi e solidi sono come gas molto compressi, con le piccolissime particelle vicinissime tra di loro, quindi con qualche correzione l’idea di base vale anche per loro. Procedendo in questo modo, questi arditi tra cui lo stesso Clausius, un vero Giano bifronte, un certo Maxwell, che vi anticipo essere proprio all’origine del mio attuale incarico, e un certo Boltzmann, riuscirono a mettere in relazione i parametri macroscopici dei corpi, cioè pressione e temperatura, con parametri microscopici relativi alle piccolissime particelle costituenti, calcolati come valori medi, in particolare con la velocità quadratica media (precisamente la radice quadrata della media dei quadrati delle velocità delle particelle). Quindi trovarono che sia la pressione che la temperatura sono statisticamente proporzionali al quadrato della velocità quadratica media. Una conclusione eccezionale.

Link rossoMa ancora più rilevante fu che Boltzmann riuscì a stabilire una relazione statistica fra l’entropia di un sistema e il grado di disordine del sistema stesso: ad un aumento del disordine corrisponde un aumento di entropia. Disordine può significare tante cose, termine ambiguo. Per darvi un’idea è opportuno che vi faccia qualche esempio. Una classe di studenti in cui i ragazzi stanno tutti da una parte e le ragazze tutte dall’altra è ordinata, se uno o due ragazzi si cambiano di posto con altre ragazze la classe diventa moderatamente disordinata, se ragazzi e ragazze sono seduti in maniera casuale la classe è più disordinata, l’entropia è aumentata. Una superficie come un rettangolo realizzata con un solo cartoncino bianco è ordinata, se realizzata mettendo insieme due o quattro cartoncini è parzialmente disordinata, se i cartoncini costituenti sono in numero elevato la superficie è molto disordinata, l’entropia è aumentata. Se due gas diversi come elio e ossigeno sono alla stessa pressione in due parti separate di un contenitore, il contenitore è ordinato, ma se tra le due parti viene fatto un foro progressivamente sempre più molecole di ossigeno andranno dalla parte dell’elio e viceversa quindi il contenitore sarà via via più disordinato, l’entropia aumenta. Un profumo nel suo elegante flacone è un sistema ordinato, ma se apriamo il flacone e lo lasciamo aperto il profumo comincerà a diffondersi in tutta la stanza in maniera progressiva, svuotando gradualmente il flacone e aumentando il disordine del sistema, aumentando l’entropia. Quindi entropia è sinonimo di disordine. Allora, se due più due fa quattro, cosa che nessun essere umano metterebbe in discussione, i fenomeni naturali, irreversibili, evolvendo verso l’aumento di entropia evolvono verso stati sempre più disordinati. La freccia del tempo è diretta verso il disordine progressivo. Il secondo principio della termodinamica diventa il principio della tendenza dei fenomeni naturali verso il disordine. Ma, essendo alla base della correlazione entropia-disordine una derivazione statistica e probabilistica conseguenza del numero enorme di piccolissime particelle interessate, ne deriva che il secondo principio diventa una legge statistica, non più un principio assoluto bensì un orientamento dei fenomeni naturali verso gli stati più probabili. E quindi, il violarlo non è più una questione di impossibilità di fatto, ma è solo estremamente improbabile. È estremamente improbabile che il calore si trasferisca spontaneamente da un corpo freddo ad un corpo caldo. È estremamente improbabile che un profumo, una volta diffusosi in tutta una stanza, rientri spontaneamente nel suo flacone, sarebbe necessario un quasi miracolo affinché i miliardi e miliardi di molecole di profumo nei loro urti casuali trovino la combinazione eccezionale per ridirigersi tutte verso l’ingresso del flacone.

Link arancioneDavvero una conclusione eccezionale ed un mutamento radicale di paradigma. Ma gli oppositori di questa conclusione non mancarono, con critiche feroci, indirizzate soprattutto verso Boltzmann. Credetemi, gli esseri umani sanno essere cattivi da soli, senza che noi diavoli ci mettiamo la coda. Cattivi e cattivissimi, considerando tutto quello che nel breve istante della loro storia sono riusciti a fare di terribile. Alcune critiche si indirizzarono sul fatto che le leggi del moto di Newton sono intrinsecamente reversibili rispetto al tempo, valgono sia per un tempo che si orienta verso il futuro che per un tempo che si orienta verso il passato, quindi sarebbe impossibile, secondo questi critici, che da premesse di reversibilità si possa giungere a delle conclusioni sulla irreversibilità dei processi naturali. Un’altra critica, molto astuta, fu dovuta ad un certo Zermelo, che dimostrò un teorema detto della ricorrenza, secondo il quale se un sistema meccanico nel suo moto assume una certa configurazione, il sistema dovrà prima o poi, dopo un tempo non infinito, ritrovarsi in questa stessa configurazione, quindi il profumo diffuso in una stanza sicuramente prima o poi ritornerà nel suo flacone. Boltzmann stesso ammirò la sottigliezza di questa argomentazione, ma calcolò che il tempo necessario, sebbene finito, sarebbe enormemente lungo, molto di più dell’età dell’intero universo umano, quindi, concluse, estremamente improbabile. Ma la battaglia di Boltzmann lo condusse ad una posizione praticamente isolata, tutti contro lui, giudicato anzi retrogrado, non rassegnandosi a vedere nell’energia e nella termodinamica i principi primi e non nella vecchia meccanica newtoniana. In profonda depressione, alla quale non furono del tutto estranee le sue battaglie scientifiche, alla fine si suicidò. E non siamo stati sicuramente noi a complottare contro di lui, gli umani hanno fatto tutti da soli, ve lo assicuro. Disperato, ebbe a dire: “Sono cosciente di essere solo un individuo che lotta debolmente contro la corrente del tempo. Ma posso sempre contribuire, in modo tale che quando la teoria dei gas sarà ripresa non ci sia troppo che debba essere riscoperto.”. Se può consolarvi, posso rivelarvi, farò un’eccezione, che qui nell’inferno non l’ho mai visto.

Link arancioneA questo punto sono intervenuto io. Credo di avervi fornito o ricordato sufficienti informazioni per comprendere il contesto nel quale sto operando e i dettagli del mio lavoro attuale. Avrete capito che il contesto è molto fertile per intervenire alla mia maniera, istigare il dubbio e opprimere la ragione. Ho come prima cosa individuato il soggetto più adatto. Naturalmente avevo già escluso Boltzmann, sarebbe stato come far piovere sul bagnato, mi aveva fatto già sufficiente pena. Non che io sia sensibile più di tanto alle sorti umane, l’avrete capito, sono ovviamente un diavolo, ma non mi piace vincere facile, ho bisogno di un avversario all’altezza, intellettualmente stimolante, ma nel pieno della sua forma fisica e mentale, altrimenti non c’è divertimento né gloria. Ho scelto Maxwell, James Clerk Maxwell, brillante, teorico acuto, geniale, eclettico, scozzese e fervente credente, sincero cristiano, convinto che Dio abbia creato l’universo e dotato l’uomo della ragione per comprenderlo, anche spiritoso, il soggetto ideale. Chiaramente ognuno che fa il mio mestiere ha il suo soggetto ideale, Mefistofele ha scelto Faust, Woland il Maestro, io Maxwell. Ho poi individuato la crepa nella quale insinuarmi, questione altrettanto delicata e importante del soggetto, ad esso strettamente correlata. La crepa è proprio il secondo principio della termodinamica, nella versione microscopica-statistica che appunto Maxwell aveva contribuito ad elaborare. Ho cominciato a inserirmi nella sua mente, nella sua ragione, nei suoi sogni, gradualmente e senza fretta. È uno dei momenti che prediligo, che dà maggior piacere, perché richiede abilità e prudenza, tatto e astuzia. Deve essere un processo impercettibile, tale da essere percepito dal soggetto come una elaborazione sua propria, un tormento interiore, una idea che si profila e matura, non certo come un intervento esterno, una intromissione e per di più demoniaca, una ossessione tale da suggerire l’ipotesi che non si sia più sé stessi, si sia posseduti dal demonio. Nessun segno di escandescenza, pazzia o schizofrenia. Ho suggerito, fatto sì che lui ritenesse opportuno, anzi necessario, cercare il modo di dare una rigorosa base scientifica al secondo principio della termodinamica formulando un esperimento, naturalmente solo concettuale, che potesse confutare il principio, falsificarlo, qualora avesse dimostrato la sua inconsistenza alla prova dei fatti. Qualcosa che, agendo a livello microscopico su singole particelle, potesse produrre una violazione macroscopica del secondo principio della termodinamica. Immagino che siate familiari con l’epistemologia di Popper, secondo la quale una scienza è tale solo se falsificabile. E Maxwell, morto circa un quarto di secolo prima della nascita di Popper, era comunque portato a considerare criticamente le sue conclusioni, a valutarle, a metterle alla prova. Ve l’ho detto, che era il mio soggetto ideale. Dopo la crepa, il grimaldello, lo strumento necessario allo scopo.

Link rossoAbbiamo visto che la temperatura è statisticamente proporzionale al quadrato della velocità quadratica media delle tantissime piccolissime particelle costituenti un corpo. Vediamo più in dettaglio che cosa significa. Parlare di valori medi significa che alcune particelle sono lente, altre hanno velocità intermedie, altre ancora sono veloci. Le velocità delle particelle si distribuiscono secondo una certa regola, la legge delle distribuzioni delle velocità di Maxwell-Boltzmann, dal nome appunto dei due studiosi. Maxwell aveva in sostanza trovato e Boltzmann confermato, che poche particelle hanno velocità basse, poi il numero di particelle con velocità più alta aumenta, fino a raggiungere un numero elevato di particelle con una velocità massima, che è quindi la velocità più probabile, per poi avere un numero di particelle minore con velocità più grande della massima, numero che diminuisce ulteriormente all’aumentare della velocità, fino ad avere poche particelle con velocità molto alte. Una specie di campana delle velocità, più alta e stretta a basse temperature, più bassa e allargata verso le velocità più alte all’aumentare della temperatura. L’effetto di questa distribuzione è che la velocità media è circa il 13% più alta della velocità più probabile, mentre la velocità quadratica media è circa il 23% più alta della velocità più probabile, tuttavia esiste un numero piccolo ma comunque significativo di particelle con velocità più alta della velocità quadratica media. Su questa base ho quindi indotto Maxwell ad ipotizzare la possibilità di creare una variazione di temperatura tra due corpi senza la necessità del consumo di energia esterna, senza lavoro dall’esterno, trasferendo in sostanza calore da un corpo a temperatura più bassa ad un corpo a temperatura più alta. Che idea magnifica! Concedetemi l’onore delle armi, il diritto all’orgoglio, l’estasi sublime della perfezione, il più alto ranking, i bonus maggiori! Ho evocato in Maxwell, nella sua mente e nei suoi sogni, l’immagine di un contenitore riempito di gas ad una data temperatura, che ad un certo punto viene separato in due parti da una parete divisoria, individuando due ambienti esattamente alla stessa temperatura, quella di partenza. La parete divisoria è dotata di uno sportello chiuso, che può però essere aperto e richiuso a piacere. Sulla base di quello che abbiamo detto, in ognuno dei due ambienti l’essere ad una data temperatura significa che il moto frenetico e casuale delle innumerevoli particelle è tale da determinare una specifica velocità quadratica media, uguale nei due ambienti. Ma esistono comunque particelle con velocità più basse della velocità quadratica media e particelle con velocità più alte della velocità quadratica media. Quindi, che ho fatto? Ho fatto in modo che Maxwell concepisse la possibilità che qualcuno gestisse lo sportello, qualcuno senza la necessità di consumare energia esterna, un essere quasi virtuale. E chi meglio di me stesso! Virtuale, simbolico e soprannaturale per eccellenza. Ed ecco che Maxwell ha immaginato un esserino dall’aspetto di diavoletto, un mio avatar a immagine e somiglianza dell’idea umana del diavolo, vestito con una tuta attillata tutta rossa, tra l’umano e l’animalesco, con mantello, coda a punta e corna, col forcone addirittura. Da morir dal ridere, rotolarsi a terra tra le risate, sbellicarsi e contorcersi! E il diavoletto, dispettoso per definizione, quando dall’ambiente di sinistra vede arrivare verso lo sportello una particella con velocità più alta della velocità quadratica media lo apre e lascia che passi nell’ambiente di destra, tiene invece chiuso lo sportello se arrivano particelle con velocità pari o inferiori alla velocità quadratica media. L’ambiente di destra si arricchisce pertanto di particelle con velocità elevata, mentre quello di sinistra ne risulta impoverito, ricco di particelle con velocità bassa. Ne consegue che, man mano che il diavoletto procede con la sua opera, progressivamente la temperatura dell’ambiente di sinistra diminuisce e la temperatura dell’ambiente di destra aumenta, con un effetto netto che equivale al trasferimento di calore da un corpo freddo ad un corpo caldo, in violazione del secondo principio della termodinamica. Strabiliante! Sarà vero, non sarà vero, quanto l’intervento del diavoletto può essere considerato immune dal consumo di energia esterna, quanto questo processo di trasferimento può essere ritenuto spontaneo, il secondo principio della termodinamica è falsificato oppure no, c’è stata una violazione macroscopica?! … Sì, no, forse! Il dubbio, il tormento, il vero, il falso, l’ambiguo … ha ha ha ha ha ha ha, haha, haha, hahaha, hahahaha … Maxwell non ragionava più, non dormiva più, sempre nelle nuvole, non mangiava più, dimagriva a vista d’occhio, la sua salute continuava a peggiorare. Il 5 novembre 1879, a 48 anni, morì. Dissero per un tumore all’addome. Naturalmente, per rispetto della privacy non posso dirvi se è qui da noi o altrove. Ma dopo Maxwell ho continuato col giochetto, con tanti altri soggetti idonei, per fortuna non mancano mai. È il mio incarico attuale. Come? Vi turba e vi disorienta che io parli di attuale sia per Maxwell, morto nel 1879, l’anno per inciso della nascita di Einstein, che per il presente? Ma non vi ho forse detto che il vostro tempo è diverso dal mio? Il nostro tempo infernale si dispiega in orizzontale, è sempiterno. Svolgo questo mio nuovo incarico solo da qualche istante.

Link arancionePleased to meet you / Hope you guess my name / But what’s puzzling you / Is the nature of my game / … / Just as every cop is a criminal / And all the sinners saints / As heads is tails / Just call me Lucifer / ‘Cause I’m in need of some restraint / (who who, who who) / So if you meet me / Have some courtesy / Have some sympathy, and some taste / (woo woo) / Use all your well-learned politesse / Or I’ll lay your soul to waste, um yeah / (woo woo, woo woo).