“A questo punto sono intervenuto io.”
Dopo aver fornito la base scientifica necessaria per comprendere il suo incarico attuale, il diavoletto è pronto a entrare nel merito. Chiarisce il soggetto nel/del quale “insinuare il dubbio, sconvolgere le certezze, sollecitare le menti, tormentare la ragione” (Maxwell), la “crepa”, la tematica oggetto dell’intervento (il secondo principio della termodinamica) e il “grimaldello”, lo strumento tramite il quale agire (l’esperimento mentale del Diavoletto di Maxwell).
Viene enfatizzato il parallelo del diavoletto con i suoi ispiratori infernali, Mefistofele e Woland, e di conseguenza l’accostamento Faust, il Maestro e Maxwell.
Il diavoletto agisce sulla mente di Maxwell in maniera sottile, non facendone un indemoniato, ma subdolamente: “Ho suggerito, fatto sì che lui ritenesse opportuno, anzi necessario, cercare il modo di dare una rigorosa base scientifica al secondo principio della termodinamica.”.
L’esperimento mentale del Diavoletto di Maxwell è presentato come l’esperimento ideato da Maxwell per confutare, falsificare l’interpretazione statistica del secondo principio della termodinamica, secondo la visione epistemologica di Popper.
“Sir Karl Raimund Popper (Vienna, 28 luglio 1902 – Londra, 17 settembre 1994) è stato un filosofo e epistemologo austriaco naturalizzato britannico. Popper è anche considerato un filosofo politico di statura considerevole, difensore della democrazia e dell’ideale di libertà e avversario di ogni forma di totalitarismo. Egli è noto per il rifiuto e la critica dell’induzione, la proposta della falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza e la difesa della “società aperta.” (Wikipedia)
“Popper pone quindi al centro dell’epistemologia la fondamentale asimmetria tra verificazione e falsificazione di una teoria scientifica: infatti, per quanto numerose possano essere, le osservazioni sperimentali a favore di una teoria non possono mai provarla definitivamente e basta anche solo una smentita sperimentale per confutarla. Da singoli casi particolari non si potrà mai ricavare una legge valida sempre e in ogni luogo, proprio perché non possiamo fare esperienza dell’universale. L’universalità è invece qualcosa di a-priori che noi proiettiamo sulla realtà. La falsificabilità è anche il criterio di demarcazione tra scienza e non scienza: una teoria è scientifica se, e solo se, essa è falsificabile. Che una teoria sia falsificabile significa che deve essere espressa in forma logica e deduttiva, tale da partire da un asserto universale per ricavarne, in maniera rigidamente concatenata, una conseguenza particolare, controllabile empiricamente.” (Wikipedia)