Uno strano assembramento

“Lei, mi scusi, non sa di che cosa è capace la gente casa e chiesa, la gente col libro da messa in mano, la gente che dice di amare il prossimo suo come se stessa.”

Toto Modo, L. Sciascia

(Nella foto, Claude Monet, La stazione di Saint-Lazare, 1877)

Amici, credo che sia una cosa magnifica essere riusciti ancora una volta a organizzare un weekend da trascorrere insieme , a memoria dei nostri lontani anni universitari. Il nostro college, una vera abbazia laica, ci ha visto incontraci, conoscerci e legarci da una solida e lunga amicizia. È questo il sesto anno che abbiamo iniziato a creare questa occasione di ritrovo e di ricordo, ogni volta in una località familiare a qualcuno di noi. Quest’anno è toccato a me e alla mia terra, qui nel Nord Est. Vi aspetto con ansia e piacere. Con queste esatte parole fu indirizzato l’ultimo messaggio al gruppo WhatsApp che comprendeva gli amici che erano in procinto di riunirsi, il giovedì precedente la rimpatriata.

Ma di questo progetto Severino Alcamo non era al corrente. Il suo lavoro Severino Alcamo se l’era scelto con entusiasmo, con cognizione di causa, per passione. Trovava spregevole l’atteggiamento opportunista e strafottente di chi dichiarava apertamente, in maniera oltremodo esplicita, che di quel lavoro se ne fotteva altamente, era solo un modo come un altro e neanche il peggiore per sbarcare il lunario, per mettere uno stipendio al sicuro a fine mese, che poi di ben misero stipendio si trattava. Lui ci credeva nel suo lavoro, nella necessità e utilità sociale che rivestiva, nel dovere soprattutto morale di espletarlo al meglio. Camminava impettito e attento lungo la banchina della stazione ferroviaria, quel pomeriggio di un venerdì di metà settembre. La sua uniforme da agente di pubblica sicurezza era per lui fonte di orgoglio, pur senza tuttavia costituirne motivo di alterigia o di squallida sopraffazione verso categorie per le quali la sola vista di una divisa era sinonimo di preoccupazione. Il suo era uno sguardo indulgente verso i deboli e di severità verso i forti. Il servizio presso la stazione ferroviaria lo divertiva, cogliendone l’atmosfera di perenne dinamicità piuttosto che la monotonia degli arrivi e delle partenze.

(…)

Il racconto è integralmente incluso nel libro Un gioco nel fango, pubblicato a gennaio 2023.

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