“«Tu fraintendi la situazione,» disse il sacerdote, «la sentenza non viene ad un tratto, è il processo che poco a poco si trasforma in sentenza. » «Ah, è così.» disse K. abbassando il capo.”
Franz Kafka
(Nella foto, Michelangelo Buonarroti, Il Giudizio universale – 1536/1541)
Ho sempre saputo che prima o poi avrebbe cominciato ad amarmi, disse lei, che prima o poi avrebbe imparato ad amarmi. Perché l’amore non è un punto, ma una linea, ci sono gradazioni, percorsi, evoluzioni, maturazioni. Non mi ero preoccupata affatto della sua indifferenza iniziale, della sua superficialità, del suo sorrisetto da maschio più adulto e superiore. Già a tredici anni avevo raggiunto la consapevolezza che ormai la mia scelta era fatta, era definitiva, che lui era l’uomo della mia vita, anche se lui ancora non lo sapeva. Avrebbe piano piano imparato ad amarmi, scoperto di amarmi, raggiunto la consapevolezza di amarmi. Lui frequentava delle ragazze, naturalmente, della sua età, più grandi di me, ma la cosa non mi importava affatto, io dovevo solo aspettare. Mi ignorava, semplicemente. Non che fosse una cosa deliberata o dispettosa, non mi vedeva affatto, che fossi o meno nel suo raggio d’azione. Difficile d’altra parte dargli torto, essendo io praticamente una bambina e lui adulto, già laureato. Quel che mi affascinava in lui, rispetto ai ragazzi della mia età, a quelli più grandi e agli altri adulti, erano fisicamente gli occhi e caratterialmente il suo modo di parlare, di comportarsi, di essere. Gli occhi erano grigi. Il modo di essere era calmo e deciso, ma metteva allegria, con la sua ironia e il suo perenne buonumore, da quello che potevo osservare, percepire, origliare. Può sembrare che parli di un bonazzo eccezionale, di un essere superiore, un figo. Invece lui era normale, magro, sempre coi capelli arruffati, con gli occhiali da presbite, pure. Ma mi piaceva tanto. Fu appena compii i sedici anni che cominciai finalmente le manovre di attacco nei suoi confronti, quando era ormai palese che fossi cresciuta a sufficienza, visti gli sguardi che altri ragazzi e anche uomini maturi mi lanciavano, le avance più o meno maldestre che mi facevano. Di tutto questo però non mi importava assolutamente nulla.
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Il racconto è integralmente incluso nel libro Un gioco nel fango, pubblicato a gennaio 2023.