“Non è tanto facile suonare lo strumento della mente”
Sigmund Freud
(Nella foto, Maurits Cornelis Escher, Vincolo d’unione, 1956)
Insomma, vorresti farmi credere che a te lei non interessa, che sei superiore a queste cose, chiese ironicamente S. Che significa, rispose D, certo che mi piace, ma non sono avvelenato come te, praticamente le stai facendo la radiografia. E che c’è di male, replicò S, è proprio ben fatta, avrà vent’anni, magra ma con tutte le sue cose al posto giusto, gambe da favola, con quella minigonna poi. Potresti almeno osservare quant’è carina di viso, insistette D, il verde degli occhi, la sua aria serena, la dolcezza del viso, i suoi movimenti fluidi e misurati, somiglia a una madonnina. Sembri un poeta o un pittore di immagini sacre, lo canzonò S, avresti dovuto diventare frate, ritirarti in convento o in seminario, sarebbe stato il posto giusto per te, con la testa fra le nuvole, a cantare inni al Signore, a pregare davanti ai santi e a meditare sulle bellezze del mondo terreno e su quelle dell’aldilà, ammesso che ci sia. Quelli come te non sanno vivere e apprezzare le cose succose della vita, siete sempre a camminare un metro sopra la via, osservando gli altri con sguardo altero, con superiorità e con disprezzo, a guardarli come se stessero a rotolarsi nel fango della vita, tra le miserie del cibo e della carne, bramosi di lussuria, di sangue e di sudore. Bramosi di vita, direi io, mentre voi stirpe di santi bramate il martirio e le visioni celestiali, la luce e l’armonia. Ombra, sudore e sangue, questa è la vera vita, donne e cibo e vino.
(…)
Il racconto è integralmente incluso nel libro Escursioni, pubblicato ad aprile 2022.