Un luogo promiscuo

“Ma tu ci staresti in una stanza a dormire con un soldato, un cavaliere e un re? Fece rivolto a mia sorella. Ma sei pazzo, fece lei, certo che no.”

(Nella foto, Pablo Picasso, Amicizia, 1908)

Rifallo, rifallo, ripeteva insistentemente Maria Carla, con voce piagnucolosa. Certe volte mia sorella era proprio noiosa e irritante, ma era la sua tecnica insistere in questa maniera quando voleva ottenere qualcosa a tutti i costi, anche a casa, spesso con successo, perché pur di falla stare zitta veniva accontentata. E anche Francesco cedette. Va bene, basta che la smetti di piagnucolare. In fondo, anche lui voleva ancora una volta mostrare il nuovo gioco che gli aveva insegnato suo zio, per sfoggiare il nuovo segreto del quale era venuto in possesso. Allora, queste sono le dieci carte di coppe, io adesso le metto in un certo ordine, segreto perché lo conosco solo io. Si avvicinò le carte al viso, tutte tenute con la mano sinistra, aperte e rivolte verso di lui, in maniera che io e mia sorella potessimo vedere solo il dorso, quindi cominciò a sistemarle prendendole una alla volta con la mano destra, a formare un mazzetto. Nel farlo enfatizzato uno sforzo di pensiero profondo, sulla base del quale ordinare la carte in maniera appropriata. Mia sorella lo guardava affascinata, come sempre, ammirando la sua abilità nel fare le cose, la sua bravura.

(…)

Il racconto è integralmente incluso nel libro Escursioni, pubblicato ad aprile 2022.

 

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