“(…) è così cioè che va nella vita. Sei lì a scivolare via sul velluto, con tutto quanto che quadra secondo il manuale, poi commetti un piccolo errore e trac! Ti casca addosso il cielo.”
Stephen King
(Foto da Pixabay)
In tutta sincerità devo ammettere che lui era proprio un bel ragazzo. Non che io sia esperto di bellezza maschile, questo va assolutamente detto. Né, a onor del vero, posso affermare di essere esperto in bellezza femminile. Le donne sono esseri complessi, per quanto possa io capire almeno in oscillazione tra due opposti estremi, ai quali corrisponde da una parte l’aspetto fisico meno allettante unito ad una travolgente gentilezza d’animo e dall’altra un aspetto fisico enormemente avvenente associato ad una terribile aridità di sentimenti. Io riesco a cogliere facilmente solo la disarmonia di un aspetto fisico estremamente spiacevole e l’eccellenza dell’avvenenza. Ho anche difficoltà nel percepire tutte le sfumature dei sentimenti. Ecco quindi che, quando si tratta di cogliere le gradazioni intermedie tra i due estremi, ogni possibile accostamento tra aspetto fisico e sentimento, accostamento che credo identifichi la bellezza femminile nella sua essenza, viene meno la mia capacità identificativa. Almeno due volte nella vita, in seguito a questa mia incompetenza, ho commesso sviste madornali. La prima è stata quando un mio caro amico d’infanzia mi presentò per la prima volta la sua fidanzata e, dopo una giornata passata fuori città insieme anche ad altri amici, rimasti un momento soli, mi chiese se trovassi bella la ragazza. Io non avevo la più pallida idea di cosa rispondergli. La ragazza mi era parsa fisicamente notevole ma, dovendo definire la mia percezione in termini di sentimenti, l’avevo trovata piuttosto fredda. Non volevo ferire in alcun modo il mio amico, ma lui mi incalzava per avere una risposta, che confermasse probabilmente l’orgoglio del suo ego per aver conquistato una ragazza bellissima, quindi fui costretto a rispondere. Basandomi sulla mia percezione riguardo ai sentimenti, risposi che non mi pareva particolarmente bella. La cosa lo ferì, la prese quasi come un’offesa personale, credo addirittura l’avesse percepita come frutto di invidia da parte mia, quindi da allora non mi ha più rivolto la parola, neanche dopo essersi lasciati. Strana cosa l’amicizia, anche se non posso certo affermare di essere esperto in amicizia.
(…)
Il racconto è integralmente incluso nel libro Escursioni, pubblicato ad aprile 2022.