“D’altra parte per mezzo delle Scritture sue sante ci ha rivelato che c’è nell’uomo il libero arbitrio della volontà. (…) gli stessi precetti divini non gioverebbero all’uomo, se egli non avesse il libero arbitrio della propria volontà per mezzo del quale adempie questi precetti e giunge quindi ai premi promessi.”
Sant’Agostino
(Nella foto, il Bacio di Giuda di Giotto, 1303/1305)
Cafarnao, come un po’ tutta la Galilea, è un posto magnifico tra aprile e maggio. La temperatura si situa tra i venti e i trenta gradi, più gradevole rispetto all’inizio dell’anno e lontana dai picchi di luglio e agosto, mentre invece la piovosità si è già attenuata, ma è ancora buona rispetto ai mesi estivi centrali. Un momento ideale per godere la pace e i piaceri delle rive del lago di Tiberiade, con le numerose oasi di verde tra le distese di terra brulla e riarsa. La notte è piacevole riposare nel silenzio e nella frescura. Giuda Iscariota, figlio di Simone, viene improvvisamente scosso e distolto dal suo sonno, profondo e sereno, mentre una mano gli chiude la bocca per impedirgli di parlare. Gli occhi spalancati, più per la sorpresa che per il timore, intravedono a stento il suo Maestro chino su di lui, che con l’indice disteso dell’altra mano prossimo al naso lo invita al silenzio. E poi, quasi in un soffio, sente pronunciare l’invito, seguimi. Con grande attenzione, evitando di urtare e calpestare gli altri apostoli che dormono beatamente, lasciano la stalla dove sono soliti passare la notte e si allontanano. La luna è solo un quarto, ma sufficiente, complice il cielo limpido, a permettere di orientarsi nel cammino, fino a una radura tra gli alberi di un frutteto, dove si accovacciano ai piedi di un largo tronco. Giuda osa finalmente parlare. Signore, chiede, è successo qualcosa? Il Maestro lo rassicura, tranquillo, dice, non è successo niente, ma devo parlarti, in privato, senza che gli altri possano ascoltarci.
( … )
Il racconto è uno degli inediti inclusi nel libro IBRIDIZZAZIONI, pubblicato a settembre 2019.