Il racconto è una lettura alternativa, ironicamente e provocatoriamente condotta, dell’incisione “Il cavaliere, la morte e il diavolo” di Albrecht Dürer, firmata e datata 1513, icona di digressioni filosofiche e letterarie.
(Foto da Wikipedia)
Eccone un altro! Saranno già in cammino da tempo. Sempre rapido ed efficiente. Paziente, tenace ed efficace quanto serve, ma solitamente raggiunge il suo risultato abbastanza rapidamente. È abilissimo, non c’è che dire. E ama anche imbrogliare le carte, dissimulare il suo operato, ingannare il pubblico, confondere la scena. Non che ne abbia bisogno, perché tema che gli venga strappata la sua preda, ma per divertimento, per godersi lo spettacolo, per spassarsela alla grande, per assaporare la vittoria a piccoli sorsi. Subdolo e sornione non ha bisogno di ostentare il trionfo, raccogliere lo scalpo e issarlo al cielo. Sa di avere vinto. E deride lo spettatore, lo induce a credere il falso per vero, a interpretare la sconfitta per vittoria, a sottovalutarlo, a ritenere che lui possa essere vinto, a farsi beffe di lui per il suo scomposto impasto di sembianze abiette. Solo io conosco il suo gioco. L’ho visto tante volte ripetere la stessa messinscena durante i miei vagabondaggi ristoratori. Ne ho ammirato le performance, la spregiudicatezza e la mascherata spavalderia. E ho a mia volta rivolto un pensiero agli spettatori, non certo per deriderli, niente affatto, ma li ho compianti per la loro credulità e la loro disfatta.
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Il racconto è integralmente incluso nel libro IBRIDIZZAZIONI, pubblicato a settembre 2019.