Gli occhi dell’innocenza

“Erano gli occhi dell’innocenza, di chi non mente, di chi è convinta delle sue ragioni e non ha bisogno della menzogna.”

(Nella foto, Sandro Botticelli, La nascita di Venere – 1485)

Santina Giacalone era seduta vicino al camino, su una bassa sedia di legno e paglia, intenta a ravvivare la fiamma delle braci con un attizzatoio. Si girò a guardarlo, quando lui entrò nella cucina. Guardandola a sua volta, Salvatore Capuano avvertì che c’era qualcosa che stonava e, da contadino letterato e amante della poesia qual era, gli risuonò nella mente il sonetto del sublime poeta. Erano i capei d’oro a l’aura sparsi / che ’n mille dolci nodi gli avolgea, / e ’l vago lume oltra misura ardea / di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi. Era bionda. I capelli mossi ricadevano sulle spalle, incorniciando il viso dalla forma e dai lineamenti perfetti, di un incarnato chiaro sul quale risaltavano la bocca e gli occhi. Occhi di una miscela di verde e azzurro, la cui luce ardeva davvero oltre misura, come dovettero apparire al poeta quelli di Laura in occasione del loro primo incontro, senza ancora che il passare degli anni ne attenuasse il lume. Il semplice pullover e i jeans indossati niente toglievano all’armonia della sua figura, anzi ne esaltavano l’avvenenza. Subito dopo il sonetto, andò con la memoria a nomi e cognomi che ben più e meglio di Santina Giacalone avrebbero dovuto corrispondere alla bellissima ragazza che aveva davanti, che sapeva aver compiuto da poco i diciannove anni, nomi nordici come Greta Lovisa Gustafsson o Ingrid Bergman. Quando aveva conosciuto Micu Giacalone, all’anagrafe proprio Mimmo e non Domenico, insieme a sua moglie Agatina Borrello e al loro primo figlio Vito, niente gli aveva fatto supporre che la figlia fosse bionda e di carnagione chiara. Magari anche carina, visto che genitori e fratello erano fisicamente ben messi e curati, ma certamente non a quel livello di bellezza e, soprattutto, bionda con gli occhi chiari. I tre erano tutti scuri di capelli, colorito e occhi.

(…)

Il racconto è integralmente incluso nel libro Un gioco nel fango, pubblicato a gennaio 2023.

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