Un vecchio sporco brutale maiale

“Ne li occhi porta la mia donna Amore, / per che si fa gentil ciò ch’ella mira; / ov’ella passa, ogn’om ver lei si gira, / e cui saluta fa tremar lo core, / sì che, bassando il viso, tutto smore, / e d’ogni suo difetto allor sospira: / fugge dinanzi a lei superbia ed ira. / Aiutatemi, donne, farle onore.”

Dante Alighieri

(Nella foto, Henry Holiday, Incontro fra Dante e Beatrice, 1883)

La trovò in cucina, accanto all’enorme tavolo che si trovava al centro, mentre era intenta a sistemare della frutta in alcuni vassoi. Era proprio una stupenda ragazza, non poté fare a meno di notare ancora una volta Salvatore Capuano, come sempre gli capitava ogni volta che la vedeva, nonostante lui avesse superato da poco i sessantacinque anni e i circa quarantasette anni di differenza d’età. La prima volta che l’aveva vista era stato meno di cinque mesi prima. Suo padre l’aveva chiamata quando loro stavano già parlando da almeno un’ora, sotto il piccolo pergolato appena fuori casa, realizzato con viti di uva fragola nera saldamente intrecciate, seduti presso un tavolo di pietra. Per chiamare uno degli altri figli, quattro maschi, aveva fatto in precedenza un fischio acuto e breve, con l’indice e il pollice della mano sinistra inseriti in bocca. Il ragazzo era arrivato di corsa. Solo un gesto ampio della mano del padre, come a seminare sul tavolo, e quello era ritornato in casa, riuscendo poco dopo con nelle mani un fiasco di vino rosso, due bicchieri ed un piatto con pane e formaggio, poi aveva sistemato tutto senza dire una parola ed era andato via. Per chiamare la ragazza, la primogenita, aveva invece accostato la mano destra alla bocca, per amplificare il suono, quindi aveva gridato il suo nome, una volta sola, neanche troppo forte. Quando Concettina, così l’aveva chiamata, era uscita dalla porta di casa e aveva cominciato ad avvicinarsi, Salvatore Capuano, che aveva doti di poeta e di fine dicitore, aveva preso a recitare nella sua mente. Ella si va, sentendosi laudare, / benignamente d’umiltà vestuta; / e par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare. / Mostrasi sì piacente a chi la mira, / che dà per li occhi una dolcezza al core, / che ‘ntender no la può chi no la prova.

(…)

Il racconto è integralmente incluso nel libro Escursioni, pubblicato ad aprile 2022.

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