Una fantasia estiva. Tra lettere anonime e mezzi confessori.
La lettera anonima che Bernardino Casazza ricevette fu una sorpresa. Era una busta dell’Agenzia delle Entrate, come ne aveva ricevute altre. Nella finestrella che mostrava destinatario e indirizzo c’erano proprio i suoi dati, inequivocabili. Esattamente come le altre volte. Ebbe quindi un sobbalzo, temendo che fosse qualche altra notifica di pagamento, a valle di chissà quale tassa o infrazione. Non che avesse difficoltà economiche, naturalmente, visto che era più che benestante, proprietario di case, terreni e negozi, oltre che intestatario di cospicui conti correnti, ai quali afferivano inoltre rilevanti investimenti finanziari. Il fatto è che se non proprio avaro, sicuramente poteva definirsi molto parsimonioso. Appena aprì la busta, rimase sorpreso nel constatare la presenza di un solo foglio piegato che, a parte il suo nome e il suo indirizzo, conteneva una sola scritta centrale, redatta al computer in stampatello: CORNUTO. Rimase interdetto sul momento. Poi uscì spontaneo un sospiro di sollievo, per lo scampato pericolo di eventuali esborsi economici. Ma subito dopo, quasi cogliesse solo allora il senso della parola, percepì l’intento offensivo della scritta. Cornuto. Cornuto, come riporta wiktionary.org, sta a indicare “che è munito di corna”, “attributo araldico che si applica all’animale avente le corna” e “che subisce, più o meno consapevolmente, il tradimento del proprio partner”.
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Il racconto è integralmente incluso nel libro IL LABIRINTO, pubblicato ad aprile 2020.