Ora sei con me

Tunc accedens Petrus dixit ei: “Domine, quotiens peccabit in me frater meus, et dimittam ei? Usque septies?”. Dicit illi Iesus: “Non dico tibi usque septies sed usque septuagies septies.”
Matteo 18-21

(Nella foto, il Ritorno del figliol prodigo di Rembrandt, 1668)

Il telefono di casa squillava già da un pezzo quando lui sollevò la cornetta del cordless. Pronto? La voce all’altro capo del filo era di una donna. Una voce intensa e decisa. Sono una giornalista, disse, vorrei incontrarla per una intervista, sempre che sia disponibile e la cosa sia di interesse. Era distesa sul divano di casa, con in mano un’agenda da lavoro. Sul mobiletto vicino c’erano pile di cartelline portadocumenti colorate e alcuni libri. Lui rimase qualche istante in silenzio, come sorpreso dalla richiesta, poi le chiese come avesse avuto il suo numero e se fosse sicura stesse parlando proprio con la persona che cercava. Era seduto sulla poltrona del soggiorno, leggeva il giornale, non era ancora riuscito a leggerlo durante la giornata di lavoro. Assolutamente sì, rispose la giornalista, sto cercando proprio lei. Riguardo al numero di telefono, continuò, può immaginare che il mio mestiere contempli avere dei contatti, dei giri di conoscenze, seguire le tracce, lavorare quasi come un poliziotto, un investigatore, muoversi nello spazio e nel tempo intorno alle storie e ai personaggi. Non è stato facile, lo ammetto, ma alla fine sono riuscito ad avere il suo contatto. Ed è sicura che io abbia qualcosa di interessante da dire, tanto da propormi una intervista? Chiese ancora lui. Ne sono sicura, fu la risposta.

Erano seduti ad un tavolo all’aperto di un bar del centro, nel quartiere Prati, non distante da San Pietro. Un pomeriggio autunnale, ma sembrava ancora estate ed era piacevole stare all’aperto. Lui aveva offerto un aperitivo, ma lei aveva rifiutato, chiedendo solo dell’acqua. La giornalista chiese di poter utilizzare il suo smartphone per registrare la loro chiacchierata, la definì così, più che una intervista vera e propria. Non ci sono problemi, rispose lui. Se sono qui, continuò, evidentemente immagino di cosa voglia parlare, non solo, ma ho chiaramente deciso di parlarle. Dieci anni sono tanti, quasi un terzo della mia vita, ma soprattutto sono un tempo infinito se vissuti con angoscia, dolore e rimorso, tenendo tutto dentro, rimuginando sulle cose, chiedendosi continuamente il perché le cose siano andate in un certo modo e non diversamente, rivedendo sempre le stesse scene, di giorno e nelle veglie notturne. Era alto e robusto, atletico, ma il viso era scavato e gli occhi grigi riflettevano una pena interiore.

( … )

Il racconto è uno degli inediti inclusi nel libro IBRIDIZZAZIONI, pubblicato a settembre 2019.

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