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Come già anticipato, da oggi è disponibile su Amazon il mio nuovo romanzo.

MARIE DANIELLE

Riporto la nota in quarta copertina del libro.

Un prologo e un epilogo, a fare da cornice e metafora di una storia. Oppure è la storia ad essere metafora della cornice. A scelta. È l’eterna lotta per la propria vita e la propria fitness, tra prede e predatori, secondo i canoni darwiniani. Senza dimenticare che negli ecosistemi ogni predatore è a sua volta preda. Si tratti di animali o esseri umani, non fa molta differenza. Il resto è gioco, fabula e narrazione. La storia vive tra Roma, Parigi, Barcellona, ancora Parigi e infine di nuovo Roma. In un tempo declinato dalle ore conviviali, le ore di viaggio, le ore di inquisizione, di caccia e di attesa. Marie Danielle è la femme fatale, che irrompe e scompiglia, seduce e stritola, rischia e trascina. E poi c’è l’amicizia.

Il libro è disponibile al seguente link: MARIE DANIELLE

 

Chi è Marie Danielle?

“Lo squillo del cellulare gli scoppiò nella testa, inaspettato sia per il sonno profondo in corso, sia per la consapevolezza interiore che non fosse giorno di lavoro e che quindi, secondo regola e giustizia, non dovesse esserci sveglia alcuna prima della mattinata avanzata. Francesco impiegò tempo a realizzare che fosse una chiamata telefonica quella in corso e non la sveglia, poi per trovare la forza di afferrare il cellulare sul comodino e rispondere.

– Buongiorno Francesco. – Una bella voce femminile squillante e ben sveglia gli rimbombò nell’orecchio. – Sono le sette di una splendida mattinata romana. Mi dici il tuo indirizzo esatto? –

Marie Danielle. La sua voce. All’alba. Il suo indirizzo. Troppo puerile chiederne il motivo. Lo diede.

– Preparati. Massimo venti minuti e sono sotto il tuo palazzo. Abbiamo l’aereo alle nove e trenta. Ho già fatto il biglietto anche per te. Parigi ci aspetta. – E riattaccò.

Questa è pazza, disse tra sé, reso completamente lucido dall’irrazionalità degli ordini ricevuti. Intanto, il tono imperativo. Non era avvezzo ormai da decenni a ricevere ordini, gli ultimi erano stati quelli dei suoi genitori da bambino. Anche nelle aziende, pur nella gerarchia delle organizzazioni più tradizionali, i capi non danno più ordini. I capi danno indicazioni su quello che c’è da fare, individuano obiettivi, coinvolgono, manifestano necessità e strategie, usano la prima persona plurale e motivano i collaboratori, certamente lungi dall’essere definiti sottoposti. Sono poi tanto più bravi capi quanto meglio riescono in questa difficile arte della leadership e della persuasione. E Parigi, poi. Di punto in bianco, dopo essersi scambiati poche ore prima non più di qualche parola e un numero di telefono. Mica facciamo una gita fuori porta, andiamo al lago di Castel Gandolfo o a fare un giro a Fregene. Un aereo fra due ore e mezza, con biglietto già pronto. Non che lui fosse per le cose pianificate con largo anticipo, ma neanche per le improvvisate, di quella natura poi. Il primo impulso fu quello di silenziare il telefono e richiudere gli occhi. Poi gli ricomparvero nell’ordine gli occhi di Marie Danielle, il suo viso, i capelli biondi, la siluette del tubino nero e le sue gambe. In meno di venti minuti era già in strada sotto casa, con il suo zaino da palestra in spalla, in attesa.”

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